Lingua   

Riccardo Marasco: Via Panicale

GLI EXTRA DELLE CCG / AWS EXTRAS / LES EXTRAS DES CCG
Lingua: Italiano (Toscano Fiorentino)


Lista delle versioni e commenti

Guarda il video


Riccardo Marasco, Via Panicale.


Cerca altri video su Youtube

Ti può interessare anche...

Se i' ponte alla Carraia fosse i' Piave
(anonimo)
L'Ammucchiata
(Riccardo Marasco)
Asia
(Francesco Guccini)


[1972]
Testo e musica di Riccardo Marasco
Lyrics and Music by Riccardo Marasco
Album: Il Porcellino

panicway


A proposito di "Degrado"
di Riccardo Venturi

Via Panicale è una vecchia, vecchissima, stravecchia via del centro di Firenze, nel quartiere di San Lorenzo, nei pressi del Mercato Centrale. Chi è di Firenze, e forse anche qualcheduno che non lo è, saprà che il quartiere di San Lorenzo, da un bel po' di anni, è "nel mirino" di tutte quelle forze (politiche, mediatiche, e soprattutto affaristiche -che delle forze "politiche" e "mediatiche" si servono come braccio armato) che ne vorrebbero fare, come tutto il centro, una specie di finto "salottino". Ora, però, si dà il caso che via Panicale, come tutto il quartiere, proprio la vocazione a essere un salottino non ce l'abbia mai avuta; ma poco importa. Si mettono in campo le armi consuete di questo tempo, vale a dire il "degrado" e lasicurezza. Dicono che San Lorenzo sia diventato un quartiere "sporco" e "malsicuro"; tutta colpa, naturalmente, degli immigrati, particolarmente di quelli "abusivi" che vendono per pochi soldi articoli "contraffatti" esposti su scatole di cartone in mezzo alle bancarelle del mercato regolare. In prima fila, oltre a sedicenti "comitati di cittadini" e di "commercianti" (che generalmente vendono paccottiglia anche peggiore, ma a prezzi esorbitanti per infinocchiare i turisti di massa), i giornalazzi tipo "La Nazione" - i quali non perdono nessuna occasione, nessuna bischerata di episodio di "cronaca" per trasformare San Lorenzo in una specie di inferno in pieno centro cittadino; ma dove vogliano andare a parare, è chiarissimo.

San Lorenzo è ancora un quartiere vivo. Lo è per i vecchi fiorentini che vi sono rimasti, e lo è per i nuovi fiorentini di ogni razza e colore che vi si sono stabiliti, impedendone letteralmente la disneylandizzazione e la trasformazione in vetrinetta ad uso e consumo di lorsignori. D'accordo, è diventata una specie di casbah dove l'odore del kebab si mescola a quello del lampredotto; ma è ancora un quartiere dove la gente vive e dove si può andare in giro a qualsiasi ora. Più la paura viene fomentata dagli stronzi servi dei servi, e più andrebbe rifiutata categoricamente. Io lo voglio fare con questa canzone di un fiorentino, e di un fiorentino vero. Parla di via Panicale "com'era" (magari, chissà, con echi dell'immediato dopoguerra...), e in questa particolare, sgangherata e dolcissima storia d'amore tra un uomo, una donna e una strada si può vedere chiaramente una cosa: che la vita non sta nel lindore asettico, artificiale e criminale dell'espulsione della vita da un quartiere popolare del centro, ma nel suo pulsare. Anche nella sua sporcizia e nel suo "pericolo" (che, peraltro, non esiste). Il vero rimedio, attualmente, e riappropriarsi dei quartieri e dell'insicurezza, contro la "sicurezza" stupida e mortifera di chi vorrebbe i centri cittadini, e quello di Firenze in particolare, piegato esclusivamente alle logiche del profitto d'alto bordo. Via Panicale è sempre stata così, e deve rimanerlo. Vi devono fiorire ancora storie d'amore in "case senza le scale", e storie di ogni colore. [RV]
In una strada presso i' mercatino
conobbi una figliola eccezionale:
l'è un po' piallata a i' retro e a i' davanzale,
ma io le ho dato i' core, e so' contento.

La mi' donna l'è di via Panicale,
sta in una casa 'ndò 'e manca anche le scale,
per incontrarla, 'e passo dalla finestra
la stringo a i' core, e 'un vo' niente di più.

In quella casa di via Panicale,
se parte un vetro, si mette un bel giornale,
i' freddo taglia, però se ci s'abbraccia
nasce un calore che 'un trovi altro che là.

Gli è diversi anni che lì in via Panicale
si vive assieme, e l'è più che normale
che quella casa per noi la sia una reggia
anche se i' tetto 'e 'un vo' stare più su.

Ieri è arrivato un avviso ufficiale:
in quella casa 'un si pole più stare.
L'Ufficio Igiene 'e vuol farci sloggiare
perché, fra l'altro, 'e mancano le scale.

Ma icché gl'importa se noi siamo felici,
vivere in due per noi l'è avere tutto,
la nostra vita la 'unn'è poi tanto male
in una casa così, senza le scale...

“ 'E c'è un errore, ci ha a essere uno sbaglio”,
s'è detto insieme n'i' leggere qui' foglio,
e zitti zitti, senza dir parola
s'è dato a i' foco con il groppo alla gola...

'E ci sto bene in via Panicale,
ci sono nato, e ci voglio morire,
se nella vita 'e s'ha da patire,
voglio patire in via Panicale.

inviata da Riccardo Venturi - 23/1/2010 - 18:54


Bell'articolo, bravo,
condivido a pieno.

Ciao,
guzman.

guzman - 4/10/2011 - 23:41




Pagina principale CCG

Segnalate eventuali errori nei testi o nei commenti a antiwarsongs@gmail.com




hosted by inventati.org