La GAP [1], quand’è che arriva
Non manda lettere né bigliettin,
E non bussa alla porta,
Sei già persona morta
Che il popolo ti ha condannà.
L'ingegner della Caproni
Il due gennaio arriva in taxì, [2]
Tornava con due della Muti,
Sue guardie personali
E noi lo si va a giustiziar.
Quel traditor, d’accordo con i tedeschi stava
A smantellar la fabbrica, le macchine spediva
Tutte in Germania dai Krupp.
E per salvar le macchine
Han fatto sciopero general,
Il caporeparto Trezzini [3]
Ed altri sette operai
Li han messi a San Vittor.
È stato l’ingegnere
A far la spia, ma la pagherà
Ci tiene tutti sott’occhio,
Il povero Trezzini
E gli altri li han fucilà.
Adesso tocca a lui, la GAP lo aspetta sotto,
Sotto ad un semaforo che segna proprio rosso
E addosso si mette a sparar.
Pesce Giovanni spara, però prima gli grida:
"È in nome del mio popolo, ingegnere, che t’ammazzo
Con le tue guardie d'onor!"
In fabbrica fanno retate,
Torturano gente, non parla nessun
E trenta operai deportati
Li chiudono nei vagoni
Piombati diretti a Dachau.
Ma gli operai sparano, difendono la fabbrica,
E salvano le macchine che sono il loro pane,
E molti si fanno ammazzar.
Adesso siamo liberi,
Nella fabbrica torna il padron,
Arriva un altro ingegnere,
Stavolta però è un partigiano:
Brigata Battisti, Partito d'Azion.
Ma ecco al primo sciopero c’è un gran licenziamento,
E’ stato l'ingegnere a cacciare via quei rossi
Che la fabbrica avevan salvà.
'Sta guerra di liberazione
Domando di cosa che ci ha liberà:
Ingegnere padroni e capi
Son tutti democratici,
Ma noi ci han licenziato,
Addosso ci hanno sparato,
In galera ci hanno sbattuto,
Ma allora per noi operai
La liberazione è ancora da far.
Ma allora per noi operai
La liberazione è ancora da far.
Ma allora per noi operai
La liberazione è ancora da far.
Non manda lettere né bigliettin,
E non bussa alla porta,
Sei già persona morta
Che il popolo ti ha condannà.
L'ingegner della Caproni
Il due gennaio arriva in taxì, [2]
Tornava con due della Muti,
Sue guardie personali
E noi lo si va a giustiziar.
Quel traditor, d’accordo con i tedeschi stava
A smantellar la fabbrica, le macchine spediva
Tutte in Germania dai Krupp.
E per salvar le macchine
Han fatto sciopero general,
Il caporeparto Trezzini [3]
Ed altri sette operai
Li han messi a San Vittor.
È stato l’ingegnere
A far la spia, ma la pagherà
Ci tiene tutti sott’occhio,
Il povero Trezzini
E gli altri li han fucilà.
Adesso tocca a lui, la GAP lo aspetta sotto,
Sotto ad un semaforo che segna proprio rosso
E addosso si mette a sparar.
Pesce Giovanni spara, però prima gli grida:
"È in nome del mio popolo, ingegnere, che t’ammazzo
Con le tue guardie d'onor!"
In fabbrica fanno retate,
Torturano gente, non parla nessun
E trenta operai deportati
Li chiudono nei vagoni
Piombati diretti a Dachau.
Parlato: "E’ il 23 d’aprile e i tedeschi vanno a minare la fabbrica, vogliono farla
saltare prima di ritirarsi piuttosto che lasciarla in mano ai liberatori..."
saltare prima di ritirarsi piuttosto che lasciarla in mano ai liberatori..."
Ma gli operai sparano, difendono la fabbrica,
E salvano le macchine che sono il loro pane,
E molti si fanno ammazzar.
Adesso siamo liberi,
Nella fabbrica torna il padron,
Arriva un altro ingegnere,
Stavolta però è un partigiano:
Brigata Battisti, Partito d'Azion.
Ma ecco al primo sciopero c’è un gran licenziamento,
E’ stato l'ingegnere a cacciare via quei rossi
Che la fabbrica avevan salvà.
'Sta guerra di liberazione
Domando di cosa che ci ha liberà:
Ingegnere padroni e capi
Son tutti democratici,
Ma noi ci han licenziato,
Addosso ci hanno sparato,
In galera ci hanno sbattuto,
Ma allora per noi operai
La liberazione è ancora da far.
Ma allora per noi operai
La liberazione è ancora da far.
Ma allora per noi operai
La liberazione è ancora da far.
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[2] Si veda l’introduzione. E’ possibile che le modalità dell’azione siano state (forse volutamente) confuse con un’altra azione dei GAP avvenuta a Torino, ma ancora non è stato possibile appurarlo. Per tutto il resto della canzone, l'episodio raccontato si riferisce chiaramente all'eliminazione di Cesare Cesarini, avvenuta a Milano il 16 marzo 1945.
[3] Nessuna notizia certa è mai stata reperita sul caporeparto Trezzini. Né Paolo Ciarchi o Dario Fo la hanno mai fornita.