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Cambodia

Joan Baez
Lingua: Inglese


Joan Baez

Lista delle versioni e commenti


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(Joan Baez)


[1980]

Testo e musica di Joan Baez

Cambodia 1979
We've watched them leaving, seen their ragged flight
Children of the jungle, mothers of the night
A boy of ten by the roadside lies
Hears his future in whispers and cries
And clutching a tiny Buddha charm
A baby dies in his mother's arms

Is there only sorrow in Cambodia?
Is there no tomorrow in Cambodia?

Leaving the graves of your ancestors after a thousand years
Leaving a few belongings after a thousand tears
How come you never left before through bombing, famine and flood?
Are the rivers useless now spilling over with blood?

Is there only sorrow in Cambodia?
Is there no tomorrow in Cambodia?

I hear there are very few children from ages one to five
It takes more than jungle leaves to keep the young ones alive
I hear some of the rice got through the outside's trying to send to you
There you sit in the ruins of war, the doctors are waiting at your door

And we will try and feed you, try and go to you
People of Kampuchea, Cambodia

A little way in from the border in the crowded camps
I've seen mothers giving birth, seen beautiful orphans dance
An old man turns and covers his eyes, he was never supposed to cry
With sons and daughters and home and wife
Taken from him in his autumn life

Should we try and feed you, say hello to you
Old man of Kampuchea, Kampuchea, Cambodia

Call another conference, write another song
Deliver another ton of rice and hope it gets where it belongs
And rival teams of bandits are really the only choice
Even if the people had their bellies filled, even if the people had a voice

And meanwhile, lovers are caught in the crossfire
Children are caught in the barbed wire
Military sinks in the mire
Let me show it to you

Is there only sorrow, only sorrow in Cambodia?
Is there no tomorrow, no tomorrow in Cambodia?
Still we'll try and feed you, try and show to you
People of Kampuchea, Kampuchea, Cambodia

inviata da Riccardo Venturi - 22/11/2004 - 01:09



Lingua: Italiano

Versione italiana di Riccardo Venturi
27 novembre 2004
CAMBOGIA

Li abbiamo visti partire, la loro fuga in stracci
figli della giungla, madri della notte
un bambino di dieci anni giace sul ciglio della strada
e sente il suo futuro nei sussurri e nelle grida
e stringendo un'immaginetta di Buddha
un neonato muore tra le braccia della madre

C'è solo dolore in Cambogia?
C'è solo dolore in Cambogia?

Abbandonando le tombe dei vostri avi dopo mille anni
abbandonando le vostre poche cose dopo mille lacrime
come avete fatto a non partire prima
tra i bombardamenti, la carestia e le inondazioni?
E i fiumi sono inutili adesso, grondanti di sangue?

C'è solo dolore in Cambogia?
C'è solo dolore in Cambogia?

Mi dicono che ci sono pochi bambini tra uno e cinque anni
ci vuol più delle foglie della giungla per tenerli in vita
mi dicono che un po' di riso è passato attraverso i tentativi di mandarvelo
e là sedete tra le rovine della guerra e i medici aspettano alle vostre porte

Cercheremo di nutrirvi, cercheremo di venire da voi
popolo di Kampuchéa, Cambogia

Poco oltre la frontiera, nei campi affollati
ho visto madri partorire, begli orfani danzare
un vecchio si gira e si copre gli occhi, mai avreste immaginato che piangesse
con i suoi figli, le figlie, la casa e la moglie
che gli sono stati portati via nell'autunno della vita

Dovremmo cercare di nutrirti e poi di dirti addio,
vecchio di Kampuchéa, Kampuchéa, Cambogia?

Indite un'altra conferenza, scrivete un'altra canzone
consegnate un'altra tonnellata di riso sperando che arrivi dove deve
e gruppi rivali di banditi sono davvero l'unica scelta
anche se il popolo avesse la pancia piena, anche se il popolo avesse voce

E nel frattempo, gli innamorati sono presi nel fuoco incrociato
i bambini sono presi nel filo spinato
il militare affonda nel pantano
lasciate che ve lo mostri

C'è solo dolore, solo dolore in Cambogia?
Non c'è domani, non c'è domani in Cambogia?
Ma ancora cercheremo di nutrirvi, e di farvelo vedere
popolo di Kampuchéa, Kampuchéa, Cambogia.

27/11/2004 - 09:48


PROBLEMI AMBIENTALI IN CAMBOGIA TRA DELFINI A RISCHIO ESTINZIONE E DEFORESTAZIONE ILLEGALE

Gianni Sartori

Segnali contraddittori in materia ambientale dalla Cambogia. Mentre sono state annunciate misure protettive per salvaguardare una rarissima specie di delfino, l’orcella asiatica, conosciuto anche come delfino di Irrawaddy (dal nome di un fiume birmano in cui venne individuato nell’’800), si scoprono traffici illegali di legname proveniente dalle aree protette, dal disboscamento delle foreste primarie. Traffici in cui sarebbero coinvolti personaggi legati al governo.

Cominciamo dal delfino. Anche se poi più che con i delfini, l’Orcaella brevirostris risulterebbe imparentata con le orche. Da adulto supera abbondantemente i due metri di lunghezza e può raggiungere 130 kg. di peso. In passato era reperibile in prossimità delle coste dal Bengala alla Nuova Guinea e nei fiumi che risaliva abitualmente. In particolare nel Gange e nel Mekong. Quello devastato nel secolo scorso dai bombardamenti USA al diserbante, più recentemente dagli scarichi delle aziende inquinanti (v. concerie) in trasferta dall’Europa. Ma ormai è alla soglia dell’estinzione, in passato cacciato soprattutto per il suo olio, attualmente la maggior parte perisce o a causa degli esplosivi usati per il bracconaggio ittico o - soprattutto - per essere rimasti intrappolati nelle reti. Se alla fine del secolo scorso in Cambogia se ne contavano circa 200, al momento i sopravvissuti non sarebbero più di una novantina. Anche recentemente (dicembre 2022) aveva suscitato una certa indignazione il reperimento di ben tre giovani esemplari - deceduti - in una rete da pesca. Un’altra decina, secondo il WWF, era morta in circostanze analoghe nel 2022. Del resto si calcola che siano almeno una trentina quelli deceduti a causa delle attività umane negli ultimi tre anni.

Consapevole del rischio di una prossima estinzione, in gennaio il governo cambogiano aveva ordinato la creazione di zone di conservazione nel Mekong, dove sopravvivono - in un tratto di soli 190 km nella parte nord-orientale del Paese - gli ultimi esemplari accertati.
Tra le richieste degli ambientalisti, oltre al divieto di pesca nell’area protetta, l’istituzione di pattuglie sia diurne che notturne per proteggere i delfini dai bracconieri.

Più recentemente, seconda metà di marzo, si assisteva ad un contenzioso tra il generale Hun Manet (figlio del primo ministro Hun Sen, comandante dell’esercito e presumibilmente destinato a governare la Cambogia in un prossimo futuro) e il Cambodia Daily.

Il giornale lo aveva citato in quanto coinvolto nel commercio illegale di legname. Attaccato anche dal premier (padre di Hun Manet ) il Cambodia Daily ha forse rischiato di fare la stessa fine del Voice of Cambodia (fatto chiudere in febbraio).
Schierati totalmente con il governo invece altri giornali legati al Partito popolare cambogiano.

L’articolo pubblicato dal Cambodia Daily riprendeva una recente inchiesta già pubblicata sul sito ambientalista Mongabay.
L’inchiesta documentava la deforestazione illegale nei distretti di Siem Pang e Sesan (provincia di Stung Treng, al confine con il Laos) da parte della TSMW, una società che - secondo Mongabay - sarebbe legata a un misterioso personaggio: “Oknha Chey” (“magnate vittorioso” in lingua khmer). Il nome, stando alle dichiarazioni dei residenti, veniva pronunciato regolarmente dai boscaioli e dai camionisti impegnati nell’abbattimento e nel trasporto dei tronchi.
All’inizio del 2022 in questa regione veniva costruita una strada poi utilizzata nottetempo da centinaia di camion che trasportavano legname.
Legname carpito illegalmente da una vasta area di seimila ettari di foresta pluviale primaria. Non ancora adeguatamente protetta, ma comunque classificata come terreno demaniale e inserita in un corridoio ecologico gestito dal Ministero dell’Ambiente. Ossia non disboscabile senza permessi governativi.
Quanto a “Oknha Chey” si tratterebbe di “un generale a tre stelle impegnato anche come alto funzionario del ministero dell’Interno” e
già coinvolto in precedenti indagini (sempre legate a pratiche illegali di disboscamento). Identificato grazie ai giornalisti che hanno mostrato la foto del generale Meuk Saphannareth ad alcuni acquirenti vietnamiti che lo hanno riconosciuto come l’Oknha Chey da cui compravano il legname. Appunto un “generale a tre stelle”, legato sia alla TSMW che al primo ministro Hun Sen e suo figlio Hun Manet (oltre che vicedirettore del Dipartimento generale delle carceri presso il ministero degli interni). 
Alcuni militanti ambientalisti ritengono che “Oknha Chey” guadagnerebbe circa 3,75 milioni di dollari per ogni mese di attività di disboscamento.

Gianni Sartori 
 
 
 

 
 

Gianni Sartori - 26/3/2023 - 22:48




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