Già allo sguardo,
Già allo sguardo mi apparve la terra
Tra gli albori di un sole nascente.
Nel vederla,
Nel vederla, il mio cuore si serra,
Nel mio petto [1] mi balza fremente.
Perché mai,
Perché mai da te sí lontano [6]
Fui esiliato? [7] Qual colpa commisi?
Perché mai,
Perché mai sì potente la mano [8]
mi strappò dai più [9] dolci sorrisi?
Dell'amore, [13]
Dell'amore la colpa espiai
E dall'Isola infame ritorno,
Ma la fede,
Ma la fede che ho sempre nel cuore [14]
La riservo in un triste soggiorno. [15]
Potrò alfine,
Potrò alfine ristringere [16] al seno
La mia sposa [17] e i miei figli adorati
Ma l'amplesso,
Ma l'amplesso più puro e sereno [18]
Gioirò fra questi esseri amati. [19]
Già allo sguardo mi apparve la terra
Tra gli albori di un sole nascente.
Nel vederla,
Nel vederla, il mio cuore si serra,
Nel mio petto [1] mi balza fremente.
Tra le nebbie lontane lontane [2]
Già discorgo [3] del porto i fanali,
Non più lungi dal bel suolo toscano [4]
Che fu patria [5] di tanti immortali,
Immortali.
Già discorgo [3] del porto i fanali,
Non più lungi dal bel suolo toscano [4]
Che fu patria [5] di tanti immortali,
Immortali.
Perché mai,
Perché mai da te sí lontano [6]
Fui esiliato? [7] Qual colpa commisi?
Perché mai,
Perché mai sì potente la mano [8]
mi strappò dai più [9] dolci sorrisi?
Fra il lavoro e l'amore sognavo [10]
Di vederlo il mio popol redento,
E nel mio petto l'amore albergavo, [11]
Non dell'odio il terribil tormento, [12]
Tormento.
Di vederlo il mio popol redento,
E nel mio petto l'amore albergavo, [11]
Non dell'odio il terribil tormento, [12]
Tormento.
Dell'amore, [13]
Dell'amore la colpa espiai
E dall'Isola infame ritorno,
Ma la fede,
Ma la fede che ho sempre nel cuore [14]
La riservo in un triste soggiorno. [15]
Fra un istante avrò il piede posato
Sulla terra ove nacqui ed amai,
Ove il duolo e la gioia ho provato,
Ove tante memorie lasciai,
Lasciai.
Sulla terra ove nacqui ed amai,
Ove il duolo e la gioia ho provato,
Ove tante memorie lasciai,
Lasciai.
Potrò alfine,
Potrò alfine ristringere [16] al seno
La mia sposa [17] e i miei figli adorati
Ma l'amplesso,
Ma l'amplesso più puro e sereno [18]
Gioirò fra questi esseri amati. [19]
Ma per sempre la fede e il cuore [20]
Serberò per chi soffre e chi geme,
L'ideale di pace e d'amore
Sarà sempre la sola mia speme,
Mia speme.
Serberò per chi soffre e chi geme,
L'ideale di pace e d'amore
Sarà sempre la sola mia speme,
Mia speme.
Varianti testuali.
[1] E nel petto
[2] Fra la nebbia, lontano lontano
[3] Li scorgo
[4] E più lungi, il bel suolo toscano
[5] Padre
[6] Sto lontano
[7] Fui cacciato?
[8] Perché mai del potente la mano
[9] Da quei
[10] Fra il lavoro e la gioia sognava (sognava è qui 1a pers. singolare dell'imperfetto ind., ancora comune all'epoca nei testi letterari)
[11] Albergava (v. nota 10; ma qui potrebbe trattarsi anche di una III pers. singolare)
[12] C'è nell'odio un terribil tormento
[13] Come menzionato anche nell'introduzione, tale strofa (con la sua quartina di coda) viene comunemente omessa nel canto. Presenta comunque delle varianti.
[14] Ma la fede che prima giurai
[15] La riporto da un triste soggiorno
[16] Ristringermi
[17] La mia donna
[18] Nell'affetto più puro e sereno / Nell'affetto più puro e sereno / Nell'abbraccio più puro e sereno. Nel testo dato, il futuro gioirò del verso successivo ha valore transitivo e regge "amplesso": "godrò dell'amplesso" ecc.
[19] Gioirò fra quell'esseri amati
[20] Ma pur sempre la fede nel cuore
envoyé par Riccardo Venturi
Langue: anglais
English version / Versione inglese / Version anglaise / Englanninkielinen versio:
Riccardo Venturi, 31-12-2019 08:39
Riccardo Venturi, 31-12-2019 08:39
THE RETURN OF AN EXILE, or AT ONE GLANCE
At one glance,
At one glance, the land came into my sight
In the sunrays peeping at daybreak.
As I saw it,
As I saw it, my heart started breaking
And throbbing so strongly in the breast.
Why was I,
Why was I driven into exile,
In remote lands? What was my fault?
Why did hands,
Why did so strong and powerful hands
Tear me from all I had dearest and sweetest?
For love's sake,
For love's sake I endured all my pains,
Now I am back from a dreadful island.
But the faith,
But the faith I still keep deep in my heart
Bring I back from that saddest stay.
I can finally,
I can finally hold in my arms
My wife and my beloved children,
In that purest,
In that purest, most joyful embrace
I rejoice with all them I love.
At one glance,
At one glance, the land came into my sight
In the sunrays peeping at daybreak.
As I saw it,
As I saw it, my heart started breaking
And throbbing so strongly in the breast.
In the the sea mist, so distantly standing
I could make out the lights of the harbour,
And farther off, the Tuscan land, the noble
Fatherland of so many immortals,
Immortals.
I could make out the lights of the harbour,
And farther off, the Tuscan land, the noble
Fatherland of so many immortals,
Immortals.
Why was I,
Why was I driven into exile,
In remote lands? What was my fault?
Why did hands,
Why did so strong and powerful hands
Tear me from all I had dearest and sweetest?
Working hard in toil, yet with joy and love,
I dreamed of redemption for my people,
In my heart, I only had space for love,
Not for hatred with all its torture,
Torture.
I dreamed of redemption for my people,
In my heart, I only had space for love,
Not for hatred with all its torture,
Torture.
For love's sake,
For love's sake I endured all my pains,
Now I am back from a dreadful island.
But the faith,
But the faith I still keep deep in my heart
Bring I back from that saddest stay.
In a moment will I set my set my foot
On the land where I was born, and where
I experienced love, joys and sorrows,
Where I left all my memories behind me,
Behind me.
On the land where I was born, and where
I experienced love, joys and sorrows,
Where I left all my memories behind me,
Behind me.
I can finally,
I can finally hold in my arms
My wife and my beloved children,
In that purest,
In that purest, most joyful embrace
I rejoice with all them I love.
But forever, my faith and my heart
Will be for all those, who suffer and groan.
The ideals of peace and love
Will always be my sole hope,
Sole hope.
Will be for all those, who suffer and groan.
The ideals of peace and love
Will always be my sole hope,
Sole hope.
Langue: italien
Nel LP “Un fiorentino a Livorno” (1958) Narciso Parigi incise una parte del canto in una versione da lui trascritta che presenta alcune interessanti varianti.
Già allo sguardo
già allo sguardo m’apparve la terra
tra gli albori di un sole nascente
Nel vederla
nel vederla il mio cuore si serra
nel mio petto s’imbalza fremente.
Tra la nebbia lontano lontano
già de’ scorgo del porto i fanali
e non più lungi dal suolo toscano
che fu patria di tanti immortali …
Immortali.
già allo sguardo m’apparve la terra
tra gli albori di un sole nascente
Nel vederla
nel vederla il mio cuore si serra
nel mio petto s’imbalza fremente.
Tra la nebbia lontano lontano
già de’ scorgo del porto i fanali
e non più lungi dal suolo toscano
che fu patria di tanti immortali …
Immortali.
envoyé par Giovanni Bartolomei da Prato - 1/4/2018 - 22:46
Pensi, scusaci, che sia stato esiliato soltanto Pietro Gori...? Saluti.
CCG/AWS Staff - 5/11/2017 - 19:57
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Testo / Lyrics / Paroles / Sanat: Carlo Vita (1862-1917)
Musica / Music / Musique / Sävel: Ugo Titta
"Pur se questo canto è da molti attribuito a Pietro Gori esiste tuttavia un foglio volante, senza data, edito dalla tipografia E. Ducci di Firenze che lo riproduce col titolo Il ritorno di un esiliato, parole di C. Vita e musica di U. Titta. Risale agli anni 1895-6 allorché gli esiliati politici fanno ritorno dalle isole dove le leggi eccezionali di Crispi li hanno relegati dopo aver sciolto tutte le associazioni operaie."
Santo Catanuto e Franco Schirone, "Il canto Anarchico in Italia nell'Ottocento e nel Novecento", edizioni Zero in Condotta, 2a ed. Milano 2009, p. 117
"Un altro canto anarchico lo raccolsi a Carrara: una versione del commovente Già allo sguardo sul ritorno di un esiliato politico, attribuito a Pietro Gori, mentre in un foglietto volante edito da F. Ducci si attribuiscono i versi a C. Vita e la musica a U. Titta."
Riccardo Marasco, "Chi cerca trova - Vita e canti di Toscana", ed. Birba, Firenze 1977 (p. 43)
Vita e canti di Toscana
Edizioni Birba, Firenze, 1977
Con allegata stereocassetta
04. Il sedici di agosto 08'07"
05. Già allo sguardo 12'21"
09. Colombo che sul poggio 26'28"
10. Presso una chiesa 28'32"
14. Quell'augello che vola 38'35"
15. Partirò, partirò 40'35"
17. Addio Firenze 46'41"
20. Rondinella pellegrina 52'00"
Interpretazione del tenore Roberto Deiana.