Joe Hill

Canzoni contro la guerra di Joe Hill
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Joe HillNato a Gävle, una cittadina a nord di Stoccolma, in Svezia, il 7 ottobre 1879 da una famiglia di condizioni assai modeste (il padre, Olof, era un ferroviere), Joel Emmanuel Hägglund, una volta arrivato negli Stati Uniti, cambiò il suo nome in "Joseph Hillström" (nome del tutto inventato, pur mantenendo l'aspetto svedese); le ragioni per tale cambiamento, avvenuto tra il 1906 e il 1910, non sono state mai chiarite, anche se probabilmente fu per sfuggire alla giustizia; tale nome fu presto modificato e abbreviato in "Joe Hill", cioè quello con cui è universalmente noto. E' stato probabilmente uno dei più grandi cantori operai e sindacali, oltre ad essere direttamente uno dei principali organizzatori e agitatori del movimento sindacale americano.

Joe Hill emigrò in America assieme al fratello Paul Hägglund nel 1902, alla morte della madre Margareta (il padre era morto nel 1887); giunse a New York, passando per Ellis Island come tutti gli emigranti; stabilitosi nella Bowery (la parte inferiore dell'East End), dovette accorgersi ben presto che il suo ingenuo idealismo sulla società americana non corrispondeva affatto alle durissime condizioni di sfruttamento cui i lavoratori immigrati erano sottoposti.

Lavorò ovunque e facendo qualsiasi mestiere; minatore, spaccalegna, scaricatore di porto. Per spostarsi divenne uno "hobo", viaggiando sui treni merci e campando in mille posti, dove lo portava il lavoro.

Joe Hill si iscrisse agli IWW (Industrial Workers of the World, i celebri "Wobblies") circa nel 1910. Scrisse canzoni ispirate alle esperienze dei lavoratori del suo tempo che, pubblicate nell "IWW's Little Red Song Book", divennero ben presto famosissime nel mondo intero. Tra queste ricordiamo "Rebel Girl", "The Preacher and the Slave," e, soprattutto, "Casey Jones"; tutte furono usate e cantate durante i grandi raduni sindacali e durante gli scioperi.

Joe Hill arrivò nello stato dell'Utah nel 1913 e trovò lavoro nelle miniere di Park City, presso la città di Murray, dove viveva una cospicua comunità svedese. Nel 1914 fu accusato dell'omicidio di un negoziante di Salt Lake City, John A. Morrison, e processato solo su base indiziaria. Joe Hill fu condannato a morte, e ne conseguì una battaglia internazionale per impedire la sua esecuzione da parte dello stato dell'Utah.

I sostenitori di Hill dichiararono che la condanna a morte di Hill era in realtà dovuta ai "boss del rame" dell'Utah, che avevano cospirato contro di lui per togliersi di mezzo uno scomodissimo avversario. Ciò non fu mai dimostrato chiaramente, ma è invece appurato che il clima e le opinioni nello stato dell'Utah erano decisamente ostili agli IWW e a Joe Hill. Il Presidente Woodrow Wilson intervenne due volte per impedirne l'esecuzione, ma i suoi tentativi fallirono; Joe Hill fu messo a morte presso la Prigione di Stato dell'Utah a Sugar House, il 19 novembre 1915.

Fin dal giorno dopo la sua esecuzione, Joe Hill è divenuto un eroe popolare ed un martire del lavoro, un simbolo della tradizione radicale americana e della sua lotta per la giustizia economica e sociale e per le classi più svantaggiate. Poco prima dell'esecuzione, le sue ultime parole sembrano essere state: "Don't mourn for me: organize!" ("Non piangetemi: organizzatevi!").

La vita di Joe Hill è stata oggetto di numerose trasposizioni nel corso degli anni: biografie, racconti, romanzi, film, pièces teatrali e canzoni sono state scritte su di lui. Tra di esse ricordiamo "I Dreamed I Saw Joe Hill Last Night" di Alfred Hayes and Earl Robinson, che è diventata una canzone popolare assolutamente "evergreen" (ne ricordiamo l'interpretazione di Paul Robeson, e Pete Seeger, anche se la più celebre rimane sicuramente quella datane da Joan Baez a Woodstock nel 1969:

I dreamed I saw Joe Hill last night,
Alive as you and me.
Says I "But Joe, you're ten years dead"
"I never died" said he,
"I never died" said he.

"In Salt Lake, Joe," says I to him,
him standing by my bed,
"They framed you on a murder charge,"
Says Joe, "But I ain't dead,"
Says Joe, "But I ain't dead."

"The Copper Bosses killed you Joe,
they shot you Joe" says I.
"Takes more than guns to kill a man"
Says Joe "I didn't die"
Says Joe "I didn't die"

And standing there as big as life
and smiling with his eyes.
Says Joe "What they can never kill
went on to organize,
went on to organize"

From San Diego up to Maine,
in every mine and mill,
where working-men defend their rights,
it's there you find Joe Hill,
it's there you find Joe Hill!

I dreamed I saw Joe Hill last night,
alive as you and me.
Says I "But Joe, you're ten years dead"
"I never died" said he,
"I never died" said he.


Riccardo Venturi.