Urban Crew

Antiwar songs by Urban Crew

Biografia da
http://www.rockaparma.it/u/u.htm#urban

Gli Urban Crew nascono ufficialmente nel settembre 2002 sulle rovine di un vecchi gruppo Hardcore con l'arrivo di Latino al basso al posto di Puddu e di Penik alla batteria al posto del Bercio. Gli altri componenti sono quelli del vecchio gruppo, Mangia alla voce e Pabol e Melpo alle chitarre. Il genere di questo gruppo doveva essere inizialmente street-punk ma date le poche influenze in quel genere (Casualties e Total Chaos) il gruppo si sposta verso l'hardcore oi! italiano, prendendo spunto inizialmente dai Los Fastidios ma più profondamente da Colonna Infame e Bloody Riot. Le influenze dei componenti erano orientate in quella direzione.
Dalle prime prove nascono pezzi già convincenti come la prima New Wave. Con questa canzone nasce il gruppo e viene spiegato il distacco dalla musica e dalle tendenze anni settanta con la spinta a creare qualcosa di nuovo, di innovativo. Qualcosa che mischi la rabbia degli anni settanta, l'hardcore e la lotta alla droga degli anni ottanta e novanta.
Quasi contemporaneamente nasce Don't be afraid of tomorrow, canzone che mischia un riff metal alla Black Sabbath ad una linea melodica alla Uk Subs. Il testo parla di un ragazzo che scrive una lettera ad un'amica in prigione invitandola a non avere paura del domani.
La terza canzone che nasce in quel settembre 2002 è Forbidden Society, nella quale il Melpo fa risuonare i tempi Streetcore di Beat the Bastards degli Exploited e di Hear nothing, see nothing, say nothing dei Discharge. E' la canzone del gruppo che fa sentire di più le influenze punk.
Il gruppo si esibisce nel primo concerto con gli Invena (grandissimo gruppo emo-rock) e con i Silent Heaven (rispettabilissimo gruppo noise). Ai tre pezzi scritti attaccano Start a riot, l'unico pezzo preso tra quelli del gruppo precedente e tre cover: If the kids are united degli Sham 69, Ferro e fuoco dei Colonna Infame e La vera forza dei Los Fastidios.
Dopo il concerto il gruppo si mette subito al lavoro e genera tre pezzi in italiano.
Il primo è Licenza politica, una canzone di protesta alla politica, ai governanti e allo stato italiano. Il secondo è Siamo fratelli, sintetizzato nelle frasi "Spesso mi chiedevi come essere felici, il proiettile che hai in testa non t'ha dato la risposta?" e "Siamo fratelli, figli di puttana". Questa canzone parla della patria, dei patrioti che si fanno chiamare Fratelli come segno di privilegio razziale ma poi si sparano alle spalle. Spiega implicitamente che la patria non è portatrice di valori puri.
Il terzo pezzo si chiama Quanti altri ragazzi come te. Il testo è una critica ad un amico che diceva di credere in ciò per cui lottava ma negli anni è stato corrotto dal progresso "Quando hai provato a cambiare tutto ma sei stato contagiato, quando all'apparenza pareva un frutto ma infondo era un peccato". Il tema è quello già preso da gruppi come Klasse Krimianale o Colonna Infame. Ma qui il perno della vicenda è il vincolo, il rapporto affettivo e umano tra i due ragazzi. Musicalmente è accompagnata da un lungo assolo dove le cadenze ritmiche accompagnano la delusione del ragazzo di fronte al cambiamento dell'amico.
Dopo questi pezzi gli Urban Crew si esibiscono in molte date, arrivando ai quarti di finale dell'Emergenza Festival. Fino ad aprile non arrivano pezzi nuovi ma solo cover. Il primo pezzo del 2003 si chiama Orgoglio nazionale, scritto da Latino e ironicamente parla del suo odio verso la nazione e delle vicende di Genova 2001. In questa canzone è da notare un pezzo cantato in spagnolo. Analogamente un pezzo scritto dal Mangia, Nelle trincee di Baghdad, parla della guerra per il petrolio condotta dagli Usa in Iraq. L'ultimo pezzo si chiama Inner e prende le tonalità di una canzone nuova, di un genere indeclinabile. Parte da un arpeggio soave e arriva a toccare le note più acute dell'hardcore di questa nuova scuola. Il testo parla del Rapporto dell'uomo con Dio, sintetizzato nella frase "Prega Dio, paga i soldi, prega i soldi, paga Dio". E' una canzone contro l'accumulo di beni da parte delle istituzioni religiose; se qualcuno vuole avere una vita interiore non deve acquistarla spendendo soldi.

Discografia
20'. Demo
Vivo a Cavriago. Registrato live
A shoot on the Empire (2003)
Coscienza di un uomo colpevole (2003)

Internet
http://urbancrew.cjb.net