Max Manfredi

Canzoni contro la guerra di Max Manfredi
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Max ManfrediBiografia tratta da Bielle

Max Manfredi è arrivato alla soglia dei 50 anni (li compirà nel dicembre 2006) senza essere riuscito a uscire dal ruolo di "giovane autore", di "nuovo esponente della scuola genovese". E' come "il giovane Holden", destinato a essere giovane per sempre. Fatto sta che si dice, si pensa e si sa da ormai parecchi anni che come Max ce ne sono pochi. E non solo per il vaticinio profetico di Mastro De André che, a suo proposito, parlò dei "migliori che abbiamo". Max ha fatto un esordio promettente ormai 15 anni fa, con il disco "Le parole del Gatto". Immediatamente premi e riconoscimenti (Recanati e Club Tenco, quest'ultimo con ben due partecipazioni), quindi l'orgoglio di un secondo disco ("Max" nel 1994) dove assieme a lui, in un brano, canta lo stesso De André ("La fiera della Maddalena"). Il brano, in tempi più recenti, viene scelto dai registi Bruno Bigoni e Romano Giuffrida per la scena finale del film documentario sulla vita di De André, "Faber" (1999). Max partecipa come autore al Festival Internazionale di poesia (2000) di Genova, riceve dalla Regione Liguria il premio come "capostipite della nuova generazione dei cantautori genovesi" (1997) e presenta al Teatro Modena di Genova il concerto-spettacolo "La leggenda del Santo Cantautore". Tutto pronto per il decollo e la definitiva consacrazione ... sennonchè, per quegli oscuri motivi che, a volte, percorrono il mondo discografico nostrano, Max passa alla clandestinità. E non perché scelga la lotta armata, ma solo perché si oppone con la forza della poesia al dilagante avanzare della marea qualunque della volgarità e della banalità: del cattivo gusto che, dalla Milano da bere, si riversava fin sulla Riviera, al di là di quelle due curve e dietro il mare. Il silenzio di Max (silenzio discografico) durerà sette anni, finché nel 2001 Storiedinote deciderà di fargli incidere un nuovo disco. E sarà la magia de "L'Intagliatore di Santi". Ancora tre anni di attese e avremo "Live in blu" con tre inediti e la riproposizione di parte del vecchio materiale, ormai uscito dalla circolazione. E non è finita: nuovo materiale è già pronto per un disco di studio che già bolle in pentola, come un minestrone a cui è stato aggiunto tutto il materiale e ora serve attendere per vedere come decanterà, quanto tempo ci metterà a bollire, a ridursi, a condensarsi in un nuovo prodotto. A corona di questa ripresa di attività Max scrive e pubblica nel novembre 2002 un proprio libro: "Trita provincia" (Novella discreta), esordio sul medio metraggio editoriale, dopo un procedente libro dedicato ai limerick, scritto con Manuel Trucco (Il Libro dei Limerick - Vallardi /Garzanti,1994). In mezzo a ciò Max prosegue l'attività di cantore di canti tradizionali liguri con il gruppo della Rionda, con cui ha inciso due dischi, nel 1994 e nel 2001. Fa anche parte del gruppo di musica antica "Accademia viscontea i musicanti", con i quali tiene lezioni e corsi di musica antica (medioevale, rinascimentale e barocca). Nel 2004 Max torna al teatro con lo spettacolo "I girovaghi sedentari", scritto con Giampiero Orselli. Il gruppo che lo accompagna è sempre "La staffa", ossia: Federico Bagnasco: contrabbasso e pianificazioni. Matteo Nahum: chitarre e bouzouki. Roberto Piga: violino. Giampiero Lobello: tromba e flicorno. Dado Sezzi: minibatteria e percussioni. Fabrizio Ugas: Chitarre e Plettri. Matteo Baccani: vibrafono. Da qualche parte, quando gira il nome di Max, si va a sbattere anche nel nome di Marco Spiccio (oncologo e musico), ma per lui sarebbe necessaria un'altra biografia.
Nel 2004 inoltre viene pubblicato il suo primo live, il "Live in Blu", accompagnato dalla Staffa, dove vengono riscoperti dei brani della prima fase della carriera musicale di Max e vengono anche proposti degli inediti.
Nel 2008 viene pubblicato il suo ultimo lavoro, Luna Persa, album che ha ricevuto vari premi per il brano "Il regno delle fate" e che è arricchito dalla bonus-track La fiera della Maddalena, canzone, già inserita nell'album Max (1995), dove Manfredi duetta con Fabrizio de Andrè.