Robbie Basho

Canzoni contro la guerra di Robbie Basho
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Robbie BashoDaniel L. Robinson, Jr, conosciuto con il nome d'arte di Robbie Bǎsho (31 agosto 1940 – 28 febbraio 1986), è stato un cantautore e chitarrista statunitense di musica folk, tra i pionieri dell'uso della chitarra folk negli Stati Uniti.

Nacque a Baltimora, Maryland, e rimase orfano da piccolo. Adottato dalla famiglia Robinson frequentò la scuola cattolica dell'Arcidiocesi di Baltimora, poi studiò al College dell'Università del Maryland. Sebbene suonasse la tromba e cantasse nel coro della scuola, durante gli anni del liceo crebbe il suo interesse per la chitarra, come risultato della sua amicizia con altri studenti, John Fahey, Ed Denson e Max Ochs. Nel 1959, acquistò la sua prima chitarra e si immerse nell'arte e nella cultura dell'Asia. Più o meno in quel periodo dopo un periodo trascorso nelle montagne ad assumere grosse quantità di peyote, usanza tipica delle tribù amerindie, si cambiò il nome in Basho, in onore del poeta giapponese, Matsuo Bashō, del quale credeva essere la reincarnazione

Nel 1965 pubblicò il suo primo album per la Takoma Records dal titolo The Seal of the Blue Lotus.

Basho vedeva la chitarra steel come uno strumento da concerto e intendeva creare un sistema raga americano. In un'intervista radiofonica del 1974, in occasione del lancio dell'album Zarthus, discusse la sua musica in dettaglio. Descrisse come avesse attraversato diversi "periodi" relativi alla filosofia e alla musica, tra cui quello giapponese, quello hindi e quello nativo- americano. Zarthus rappresentò il culmine del suo periodo persiano. Basho affermò il suo desiderio, assieme a John Fahey e Leo Kottke, di portare la steel guitar a livello di uno strumento da concerto. Ammetteva che la chitarra classica con corde di nylon fosse adatta a "canzoni d'amore", ma quella steel poteva secondo lui comunicare "il fuoco". Basho attribuiva il proprio interesse per la musica indiana all'ascolto di Ravi Shankar, che incontrò nel 1962. Basho morì improvvisamente a 45 anni per un banale incidente durante una manovra chiropratica, quando un colpo di frusta intenzionale causò la rottura di un vaso sanguigno del collo, con conseguente ictus fatale.