Gian Lorenzo Cardone (1743-1813), misconosciuto poeta e pittore nativo di Bella, in provincia di Potenza, Basilicata. Artista precoce, ancora molto giovane si trasferì a Napoli al seguito del principe Giuseppe III Caracciolo di Torella. Lì visse dipingendo quadri a tema religioso e lì maturò la sua convinzione antiborbonica, divenendo poi militante giacobino durante la Rivoluzione partenopea del 1799 e scontando alcuni anni d’esilio dopo il suo fallimento e la restaurazione.
Compose la sua invettiva “Te Deum” in due momenti, qualche anno prima e subito dopo la Rivoluzione, durante l’esilio a Marsiglia, ma per alcuni decenni la reale paternità di quei versi fu dimenticata e venne riscoperta solo alla fine dell’800 grazie alle ricerche di Giustino Fortunato e Pietro Matone, il quale restituì anche a Cardone – ritenuto erroneamente calabrese di Bagnara - la sua corretta origine bellese.
Il “Te Deum” è scritto in un dialetto che risente dell’influsso di diversi dialetti del Sud Italia, in particolare del calabrese, del siciliano, del pugliese e del lucano.

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