Bertran Carbonel

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Bertran Carbonel (de Marseilla o de Marcelha)[1] anche detto Carbonellus campsor, italianizzato in Bertrando Carbonel(lo) (... – ...) è stato un trovatore provenzale (fl. 1252-1265), originario di Marsiglia. È una figura polarizzante tra i letterati, e la sua reputazione varia tra le autorità. Del suo corpus poetico ci restano diciotto poesie, oltre a settantadue (Gaunt e Kay) o novantaquattro (Riquer) singole coblas triadas esparsas su temi "edificanti". Era favorito alla corte di Ugo IV e Enrico II di Rodez.

A suo tempo c'erano molte persone che portavano il nome di Bertran a Marsiglia, talché identificare il trovatore tra essi diventa impossibile. La poesia di Bertran fa parte della prima letteratura occitana ad essere scritta come letteratura contemporaneo, juxta propria principia. Fu anche colto, come rivelano i suoi riferimenti a Ovidio, Terenzio e altre figureclassiche.

Bertran era un fanatico dello stile (sonoro)-minore di Peire Cardenal, da lui imitato nel tono. Il suo moralismo è, tuttavia in genere mediocre e poco emozionante. Le sue cansos — dato che scrisse in massima parte cansos e sirventes — sono "tediose e non originali". Il suo sirventes Tans ricx clergues vey trasgitar è un'accusa rivolta ai chierici falsi. Ma solo nellacanso Atressi fay gran foldat qui ab sen Bertran tradisce una vera emozione. Attingendo, evidentemente, da un'esperienza personale, il trovatore lamenta la sua stoltezza e la sua mancanza di giudizio allorché gli capita di baciare sugli occhi una ragazza che si era addormentata davanti all'altare in una chiesa, ed offre ora le sue scuse alla ragazza e a Dio.

Oltre alle cansos e ai sirventes, Bertran ci ha lasciato un planh e due tensos "fittizie", una con un cavaliere immaginario e un'altra con il suo proprio cuore.

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