Nino Costa (Torino, 28 giugno 1886 – Torino, 5 novembre 1945) è stato un poeta italiano.
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Uno dei principali esponenti di tutta la letteratura piemontese Nino (Giovanni) Costa nasce a Torino nel 1886 da padre canavesano e madre monferrina. Per compiacere i genitori il giovane Nino si iscrive alla facoltà di Veterinaria, per laurearsi poi successivamente in Lettere. Terminati gli studi trascorre alcuni anni a Parigi, grazie ai quali si avvicina alla poesia scrivendo dapprima componimenti in francese, per passare successivamente all’italiano e approdare, infine, al piemontese. Rientrato in Piemonte, insegna per un breve periodo in alcuni licei prima di vincere un concorso per la Cassa di Risparmio di Torino.
Nel 1918 si sposa con l’amata Ercolina da cui avrà tre figli: Maria Antonietta (morta dopo pochi mesi), Celestina e Mario.
Proprio il dolore per la scomparsa del figlio Mario, pluridecorato partigiano deceduto combattendo, lo condurrà alla morte nel 1945. Padre e figlio sono ora sepolti, vicini, a Ciriè.
I primi componimenti in piemontese di Nino Costa (la primissima poesia pubblicata è Macëtta ‘d Natal nel 1909) compaiono su ‘L Birichin, sotto lo pseudonimo di Mamina. Con il passare degli anni, però, inizia ad allontanarsi dalla filosofia “birichinòira” nella convinzione che il piemontese debba essere elevato al rango di lingua e non solamente utilizzato in modo minore e in ambiti ristretti alle facezie popolari. Nel 1922 decide di pubblicare il suo primo volume: una raccolta delle poesie pubblicate fino a quel momento sulla rivista. Successivamente editerà una seconda e una terza raccolta di poesie, sempre raccogliendo i lavori pubblicati su ‘L Birichin.
Parallelamente cresce l’amore per il teatro: del 1921 è la prosa Tèra monfrin-a (successivamente musicata da Edoardo Vercelletti) mentre il testo Testa ‘d fer è datato 1929. Collabora inoltre alla stesura di vari testi scolastici.
Tra le sue opere ricordiamo:
- Sal e pèiver (prima edizione: Sacerdote 1924)
- Brassabòsch (prima edizione: Casanova 1928)
- Fruta Madura (prima edizione: S.E.L.P. 1931): si tratta della prima raccolta in cui Costa adotta la grafia cosiddetta moderna
- Ròba nòstra (prima edizione: 1938)
- Tempesta (opera pubblicata postuma nel 1946, in cui però l’autore racconta tutto il dolore per la scomparsa del figlio)
- Tornand (altra opera postuma edita da Viglongo nel 1977, raccoglie all’incirca 300 componimenti inediti)